mercoledì 15 dicembre 2010

Panettone facile!!.. di Valeria



Si si si si, arriva il Natale e scattano le prove generali della mangiata parenti/mangiata amici/mangiata giocata/mangiata/mangiata di Nataleee!!

un delirio direi.

ma, non facciamoci prendere dal panico e cominciamo con i tempi giusti, visto che ancora qualche giorno c'è.

ho preso quindi il toro per le corna e ho fatto quello che tutti i foodblogger bravi e meno bravi fanno prima o poi a Natale...il Panettone!!

Ed eccolo qui, dopo tre giorni di lunghe fatiche, emergere gonfio e spavaldo dal cartoncino.

e' una storia lunga questa, che vorrei raccontarvi con la dovuta calma e premettendo che io di poolish, pirlatura, incordatura, spuzzellatura varia degli impasti non ci ho capito mai niente, e che comunque non mi sono lasciata intimidire dalle tante ricette che i più bravi e tecnici blogger postano in questo periodo.

largo quindi al panettone for dummies, panettone anch'io, panettone facile o come lo volete chiamare, perchè direi più che un piacere, il panettone è un diritto di tutti i foodblogger, audaci e non.

premetto intanto che la mia ricetta l'ho presa qui, dalla magica morena, ma se vorrete provarla con i miei commenti neofiti la storia è più o meno questa, per un panettone da un chilo:

sabato pomeriggio, BIGA:

5o gr di farina,

10 gr di lievito,

30 gr di acqua

mettere a lievitare coperto fino al raddoppio (circa un'ora) in forno appena tiepido.

sabato sera 1° IMPASTO

BIGA
260 gr di farina
70 gr di burro a pezzetti
70 gr di zucchero
2 tuorli
165 gr di acqua

Poi morena dice: Sciogliere lo zucchero in 100 gr di acqua ...Lavorare la pm con i tuorli per 5 minuti finche sarà ben sciolta. (occheeii...)

Unire l'acqua con lo zucchero e mescolare bene...poi unire tutto insieme il burro con la farina ed impastare fino a legatura...

apro e chiudo parentesi, io sta legatura non so proprio di cosa si tratti, o meglio, ho visto qualche video e letto cose qua e la, ma se dovessi dire che il mio impasto era incordato non saprei proprio come sostenere le mie affermazioni!

detto questo, nel dubbio ho fatto lavorare il ken per 40 min circa, pertanto, se non era incordato poco ci è mancato...

poi unire poco alla volta l'acqua rimanente (65 gr)...portare ancora a legatura..(aridagli!)

l'impasto sarà molliccio ma ben incordato..mettere a lievitare coperto fino al mattino..

in effetti mollo era mollo, ho chiuso la sessione dopo altri 40 min di stress al mio impasto, deduco incordato...

domenica mattina 2° IMPASTO

60 gr di farina
20 gr di burro fuso ma freddo
20 gr di zucchero
10 gr di miele
2 tuorli
165 gr di uvetta
165 gr di canditi
aromi arancia, limone, vaniglia

mettere in ammollo l'uvetta ed asciugatela per bene.. (fatto!)


tritare i canditi se non li volete interi..poi mischiateli con l'uvetta così eviterete che si formi un blocco unico costringendovi a lavorare troppo l'impasto per amalgamarli.. (corretto direi! :-)

unire al primo impasto tutto assieme la farina, lo zucchero, il sale, gli aromi, il miele..impastare fino ad incordatura.. (ma si, incordiamo ancora dai!)

unire i tuorli un pò alla volta e riportare ad incordatura....poi il burro fuso ma freddo in 2-3 volte... (eseguo)

a questo punto unire i canditi con l'uvetta e lavorare giusto il tempo che si amalgamino.. (ci siaaaamo  quasi... MA!!)

Coprire e mettere a riposare per un'ora....HEHEHE, ed è solo il primo step perchè...

poi mettere l'impasto nello stampo..coprire e lasciare lievitare finche arriva al bordo..ci vorranno 4-5 ore...

bene, arrivata a questo punto le ansie da prestazione si sono scatenate, oddio crescerà??? ma se non cresce? e a che ritmo deve farlo? ma se ci mettesse di più? o di meno???? magari l'impasto si è stressato troppo?

inutile dire che è stato un bel pensare, ma alla fine il risultato poco prima del forno era più o meno questo:



l'ho poi inciso dopo una ventina di minuti e messo un pezzetto di burro, poi in forno per 1 ora a 180°

una volta in forno ha fatto il resto, si è dorato in meno di venti minuti e ho allora inserito il foglio d'alluminio per evitare bruciature.

Morale della favola: ce l'ho fatta!

in più direi che è stato lungo ma nell'insieme facile, quindi se ci sono riuscita io al primo colpo...

buona camicia, pardon panettone a tutti!!

ah, dimenticavo, dopo la cottura va infilzato con due spiedini alla base e capovolto per farlo stendere, ne beneficia, si dice, l'alveolatura...

mercoledì 24 novembre 2010

Crostone al filetto di gallinella, lardo di colonnata e peperoni confit di Giuseppe



Pane casareccio! Altro che pan carrè!

Per due crostoni, ritagliamone due fette alte poco meno di 1 cm. eliminando la crosta e facendone due rettangoli.

Mettiamo i due crostoni a gratinare in forno a 180 gradi per 2 minuti appena, poi tiriamoli fuori.

Puliamo una gallinella da 2 etti ed -a crudo- estraiamone con un coltello affilato (io uso coltelli in ceramica che sono ottimali proprio per il pesce crudo) i due filetti facendo bene attenzione ad eliminare tutte le spine.

Il resto della gallinella potremo utilizzarlo magari per un buon sugo...un bravo chef non butta via niente, questo ricordatevelo sempre!

Ora facciamo i peperoni confit seguendo una ricetta "light" perchè per quella vera ci vuole parecchio tempo, avendo bisogno di una passata in forno.

Ricaviamo dunque delle striscioline sfilettate di peperone crudo aiutandoci sempre con un coltello molto affilato e privandole in questo modo della buccia. Mettiamole a sobbollire in un tegamino con poca acqua ed un cucchiaio abbondante di zucchero. Attenzione: non dobbiamo fare il caramello, quindi lo zucchero deve essere in quantità tale da sciogliersi perfettamente nell'acqua. Lasciamo a bollire per 4/7 minuti in base alla grandezza del pentolino. Il risultato finale (assaggiate sempre quello che cucinate!!) deve essere costituito da striscioline di peperone leggermente dolci e cotte ma ancora croccanti sotto i denti.

A questo punto cuociamo i filetti di gallinella in un padellino ove avremo fatto sciogliere 20 grammi di burro, erba cipollina tritata finemente, sale e pepe. Cinque minuti a rosolare.

Ora assembliamo il crostone seguendo lo schema Pane, Lardo di Colonnata, Filetto di Gallinella e Peperoni Confit.

Accendiamo il grill del forno ed inforniamo in alto fino a quando non notiamo che il peperone inizia a bruciacchiarsi ai lati il che dovrebbe avvenire in circa 3/4 minuti!

martedì 23 novembre 2010

Risottino al tartufo bianco di Giuseppe

[caption id="attachment_184" align="aligncenter" width="328" caption="risotto tartufo bianco"]risotto tartufo bianco[/caption]

Dopo aver tenuto almeno due giorni in un barattolo da conserva ben chiuso e riempito di riso (abbastanza per 4 persone) un bel tartufo bianco abbastanza grande (o due tre tartufini piccoli), è giunto il momento di cucinare.

Allora prepariamo un soffritto molto leggero con mezzo scalogno tagliato finemente che mettiamo in padella con poco olio ed il riso che abbiamo prelevato dal barattolo e che a questo punto dovrebbe profumare di tartufo. Attenzione a non bruciare lo scalogno: appena vediamo che diventa trasparente, aggiungiamo un mezzo mestolo di brodo. Lo scalogno infatti non deve MAI essere fritto o bruciacchiato perchè altrimenti perde la sua nota dolce.

A questo punto regoliamoci come per fare il tradizionale risotto, aggiungendo via via mezzo mestolo di brodo man mano che si asciuga sino a che il riso è cotto (attenzione: NON stracotto!!!).

A parte, prepariamo una ciotola contenente: 100 gr. di burro, 50 gr. di parmigiano grattugiato, sale, pepe e poco prezzemolo tritato finissimo.

Scoliamo il riso e versiamolo nella ciotola, amalgamando bene con il burro.

Creiamo una forma con il coppapasta ed al termine grattiamoci sopra un po' di tartufo.

DA MANGIARE IMMEDIATAMENTE!

lunedì 22 novembre 2010

Torta Wedgwood - di Valeria



Chi conosce quelle bellissime ceramiche confettate lo sa, le ceramiche wedgwood sono belle da vedere e fanno venire anche un pò voglia di mangiarle, tanto sono perfette e "zuccherate".


Da qui la mia ispirazione, volevo una torta bella, elegante, ma soprattutto con quest'aurea un pò "noblesse"!

L'occasione si presenta con la festa della mia mamma, che per la sua giovine età voleva qualcosa di adeguato...! "Delle rose" ho allora pensato, ma ancora non era il tutto ben definito...

poi pian piano è uscita questa idea, considerando una base color glicine e dei decori assolutamente bianchi come a "confettare" il tutto.

ho proceduto così:

ho fatto un Mash Mellow Fondant senza sporcarsi le mani, con i seguenti ingredienti:

150 gr mash mallow bianchi

450 gr di zucchero a velo (e anche di più , io vado a occhio)

3-4 cucchiai d'acqua
procedimento: in una ciotola sciogliere i mashmallow con l'acqua al micro a più riprese (io lo faccio due tre volte per circa 10 -15 secondi ciascuna e mescolando tra una e l'altra)

mescolare fino ad ottenere una pasta cremosa.

aggiungere a più riprese lo zav (prima una busta poi mezza e così via) e mescolare finchè diventerà abbastanza difficile da girare col mestolo.

a questo punto, NON DISPERATE! lasciatelo riposare per 5 min c.a.  e vedrete che la massa tornerà a più miti consigli...o meglio, da superappiccicosa comincerà lentamente a compattarsi e pertanto è il momento di "sentire" con un ditino infarinato di zav se ancora "appiccica" al contatto manuale.

se si, dategli ancora zucchero e continuate col mestolo, se no, dategli zucchero e prendetelo timidamente con le mani inzuccherate per lavorarlo.

fate attenzione che in questa fase le vostre mani siano sempre zuccherate se no il fetente comincerà ad attaccarsi anche se all'inizio non era così... il MMF è pronto quando potrete finalmente lavorarlo come il pongo senza che lui opponga più resistenza!

il giorno dopo l'ho colorato col viola, ottenendo questo colore glicine delicato.

ho poi proceduto con il pan di spagna al cioccolato, con una bagna al nesquik e l'ho farcita dentro sopra e sotto con una marmellata d'arance squisitissima fatta sempre da me (che prima o poi postero!  :-)))




la mamma ha gradito e mi ha chiesto come avessi fatto a fare le roselline... beh, per questo le ho detto che farò a breve un altro post!



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mercoledì 27 ottobre 2010

Crostata di mele cotogne cannella e noci...di Valeria

Zio Piero già lo so che non vincerò il contest per la tua sezione, anche se ti giuro mi sono impegnata per fare una bella foto!


Detto questo - che mi sembra una premessa doverosa (!) - passiamo alla ricetta, che invece ha qualcosa da dire, eccome!

Si tratta di una genuina quanto corroborante quanto deliziosa crostata con confettura di mele cotogne, che ha dalla sua un equilibrio di consistenze piacevole grazie anche alle noci che ogni tanto si palesano al palato.

il procedimento è medio-lungo se si vuole fare, come me, la versione integralista, ovvero farsi anche la confettura di mele cotogne in casa; media ( i tempi di una crostata normale) se si decide per una confettura comprata o, meglio ancora, già fatta.

Passiamo quindi alla preparazione della confettura, considerando che di questo periodo le mele cotogne sono a maturazione e con un pò di fortuna potrete trovare alberi di cui nessuno si interessa stracarichi di questi frutti (e detto tra noi supernaturali e non trattati!!).

Eh si perchè per mangiare la mela cotogna non basta allungare la mano e staccarla dal suo ramo come per tutti i frutti in genere, ma bisogna "ammaestrare" questo pomo selvatico in qualche modo: tramite confetture, gelatine, e quanto altro.

Quindi la ricetta per la confettura, quando ne avrete fatto incetta, è doverosa:

- 1 kg di mele cotogne (prodotto finale private del torsolo)

- 200 ml acqua

- il succo di un limone

- 500 gr di zucchero

- cannella a piacere

Tagliate in quarti le mele cotogne con un bel coltellaccio affilato (sono belle dure al taglio!) e privatele del torsolo ma NON della buccia, ricca di pectina, utilissima per una bella confettura.

Tuffatele subito dentro un recipiente d' acqua acidulata con limone altrimenti scuriscono.

Una volta finito, pesatele, dovete ottenerne circa un kilo (o più, basta fare le proporzioni con gli altri ingredienti) e mettetele in una pentola a fuoco medio-dolce con i 200 ml di acqua e il succo di limone, copritele.

Giratele di tanto in tanto, dopo circa 30 minuti saranno cotte. (la prova forchetta è infallibile: se passa da parte a parte ci siamo)

ora spegnete il fuoco e con un passaverdure o se non volete insozzare tutto come me, con un frullino ad immersione, fate una prima purea grossolana direttamente in pentola ed aggiungete lo zucchero.

appena il composto avrà assorbito tutto e sarà più fluido potete continuare a frullare se volete una texture più liscia, se invece vi piacciono i pezzettoni lasciate pure com'è.

altri 10 min circa e il composto è pronto, lo vedete sia alla prova piattino sia dal fatto che una volta raccolto con il cucchiaio tende a rimanere attaccato a questo.

alla fine io aggiungo anche cannella a piacere (assaggiatela) e se voglio fare una versione ricca, granella di mandorle.

ora io ne metto da parte un pò per la farcia della crostata (200 ml ca) il resto lo metto in vasetti sterilizzati e li faccio riposare una notte capovolti per creare il sottovuoto.

Accendo poi subito il forno, a 170 ° (se no mi scordo...!)

Procedo quindi per la crostata, con una frolla classica per una base di 21-22 cm:

250 gr di farina

125 gr di burro

150 zucchero

1 uovo intero

mezzo cucchiaino di sale

mezzo limone grattugiato

in una ciotola lavoro il burro morbido, lo zucchero e il limone grattugiato fino a farne una crema, poi aggiungo l'uovo per amalgamare il tutto.

aggiungo poi la farina e il lievito ed impasto velocemente fino ad ottenere una palla che riposerà in frigo coperta da cellophane per almeno due ore, se invece ho fretta la schiaccio e la metto in freezeer coperta da carta forno per una mezz'ora.

una volta pronta assemblo il tutto nella tortiera, aggiungo uno strato NON troppo spesso di marmellata  e la chiudo con le strisce classiche di pasta; nei "buchetti" della crostata metto mezzo gheriglio di noce  che conferirà un tono croccante durante l'assaggio.

Prima di servirla si può spolverare di zucchero a velo o coprire di gelatina, vengono bene in tutti e due i modi.

ps. se non era chiaro con questo post partecipo al contest "inventa...mela!" di arabafelice! :-)



mercoledì 6 ottobre 2010

Trota salmonata al Rum Matuzalem e noci di Giuseppe

Non acquisto MAI pesce già sfilettato perchè spesso questo è indice di poca freschezza.

Un'eccezione può essere fatta, ad esempio, nel caso della trota salmonata.

La trota salmonata è un pesce ITALIANO, estremamente sano e molto molto molto economico, che nel 95 % dei casi è pescato nei nostri mari ed arriva freschissimo nei banchi dei supermercati. Avendo cura di eliminare le molte spine di cui è munito (per questo spesso è venduto in filetti già privi di spine), diventa un alleato preziosissimo e sopratutto salutare della nostra cucina.

Parlando di pesci economici, tra un filetto di pangasio ed un filetto di trota salmonata non dovete pensare nemmeno per un istante di scegliere il primo, dato che il pangasio è un pesce d'acqua dolce proveniente per lo più da Vietnam, Cambogia, Thailandia ed altri paesi LONTANI dove l'acqua è intrisa di moltissime "fantastiche" sostanze tossiche.

E se non ci credete leggete questo bell'articolo qui.

Ma ora veniamo alla nostra bella ricetta.

Ingredienti per 4 persone.

Trota salmonata ca. 1.2 kg. oppure 800 gr di filetti di trota salmonata fresca.

150 gr. burro

10 noci

Rum Matuzalem q.b.

aglio q.q.

farina q.b.

prezzemolo q.b.

sale q.b.

pepe q.b.

_________________________________

Sfilettate la trota e suddividete ciascuno dei 4 filetti che ricaverete in ulteriori 2 parti per un totale di 8 pezzi che provvederete a sciaquare, asciugare e passare nella farina.

In una padella mettete a soffriggere l'aglio nel burro. Quando l'aglio sarà imbiondito, toglietelo e ponetevi i filetti, lasciandoli sfrigolare 3/4 minuti per lato.

Controllate sempre il livello della cottura, il filetto in ogni caso dovrà essere risultare imbiondito e non bruciacchiato!

A questo punto aggiungete un bicchierino di Rum Matuzalem (o altro Rum scuro) e la granella che avrete ottenuto sgusciando le noci e sbriciolandone grossolanamente i gherigli.

Lasciate evaporare il Rum (circa 3 minuti).

A questo punto abbassate la fiamma, aggiungete abbondante pepe e prezzemolo, regolate di sale (sempre assaggiare quello che si sta preparando e mai mettere il sale "ad occhio"!) e siete pronti per impiattare.

Io qui ho guarnito con pomodori freschi tagliati a spicchi e foglie intere di prezzemolo, un filo d'olio a crudo, sale e qualche goccia di crema di aceto balsamico.

martedì 5 ottobre 2010

Panna cotta alla cannella. Ovvero la ricetta della semplicità... di Valeria


C'era una volta... una panna in scadenza...

alzi la mano chi, almeno una volta, non si è trovato in questa situazione.

la storia va più o meno così: si va a comprare più panna del dovuto per un dolce o qualche altro pasticcio (non si sa mai) e dopo qualche giorno, all'approssimarsi della scadenza, si entra nel dubbio/preoccupazione sul cosa fare per non sprecare quanto rimasto...

beh, in effetti è un bel dilemma, anche se a me diciamo che non capita spessissimo, in quanto absolut beginners dei dolci...ma visto che qualcosina ho cominciato a pasticciare  finalmente ho anch'io guardato la panna in frigo con aria interrogativa.

eh si che leggi di qua e leggi di la, sembra proprio che sta panna quando è di troppo diventa panna cotta...mmmmh...allora che panna cotta sia, ma stavolta voglio proprio sperimentare se senza nessuna indicazione riesco  a far uscire qualcosa di sensato.

mumble mumble... la panna c'è (ma dai???), bene, poi che ci vorrà?

direi un pò di latte se no una volta solida è una mattonella, penso... bene allora procediamo...

mi metto ai fornelli, scaldo un pò di latte nel pentolino con mezza stecca di vaniglia (diciamo due dita)

prendo la panna (125ml) la verso insieme al latte e lascio a fuoco dolce 3 minuti con l'aggiunta di un cucchiaio di zucchero.

assaggio, è abbastanza dolce, quindi mi fermo (soggettivo direi..heheh) per il resto aggiungo 2 fogli di gelatina che avevo prima bagnato in acqua fredda...

la lascio sciogliere senza girarla col cucchiaio e solo dopo do una rimescolata prima di metterla in forma.

adesso, dove andrà, frigo o freezer??

frezer per la prima mezz'ora poi si vedrà... in effetti dopo un pò comincia a solidificare ( poi però dopo un pò l'ho tolta visto che stava indurendo di un gran bene...)

beh, il risultato è quello che vedete, qui spolverata con un pò di cannella è stato un merendone ghiotto per me e per il mio leoncino.

a questo punto qualcuno dirà: ma dopo sta storia la morale qual'è?

direi che la morale è che al di là della semplicità della ricetta, basta un pò di naso in cucina per fare qualcosa di carino con proprio poco poco poco... amen!

giovedì 23 settembre 2010

La louis Fiorellon...di Valeria



Doveva essere una louis vuitton e invece.... è diventata una louis Fiorellon!!!

purtroppo l'inesperienza talvolta zaccagna inesorabilmente, ma nel complesso sono soddisfatta dell'esperimento :-) :-)

era il compleanno della mia cognatina e ho pensato ad una torta griffata... ma dopo due giorni di lavoro intenso la griffe mi ha abbandonato proprio all'ultimo...!

mi spiego meglio, per questa torta ho veramente messo a genio la capa, ho visto milioni di tutorial e alla fine ho assemblato qualcosa che tuttosommato assomigliava ad una borsa e questo mi faceva ben sperare.

il problema sono stati invece i loghi, che ho improvvisato con un colorante in gel "giallo oro", ma che a conti fatti proprio "giallo oro" non era... una volta spennellati sulla borsa sono infatti venuti rossi (e come mai..boh) ed erano veramente ma veramente brutti.

a quel punto allora è scattato il piano b:con uno strategico stampino ad espulsione a forma di fiorellino ho provveduto a nascondere le vergogne ed è venuto questo meraviglioso risultato copripatacca!!

un tocco rustico direi

col senno di poi, ho chiesto su forum vari dove ho sbagliato e mi hanno detto ci volesse il colorante in polvere e soprattutto un colore luminescente... vabbè, almeno chi l'ha mangiata ha detto che era buona e visto che era destinata ad un pubblico che non aveva mai visto cose del genere qualche complimento è arrivato...almeno quello!

comunque, partendo dal principio, ho fatto un pan di spagna bianco e uno al cioccolato con il procedimento tradizionale che è questo:

per una tortiera da 30cm io ho usato:

10 uova

300 g di zucchero

250 di farina + 50 di fecola

una bacca di vaniglia

un pizzico di sale

procedimento: ho messo a scaldare le uova in un pentolino fino ad arrivare a 40 g (meno di un minuto) poi nel robottino con lo zucchero e i semini di vaniglia e via a montare fino a che il composto non ha cominciato a "scrivere". Ho poi aggiunto in varie riprese la farina il sale e la fecola setacciate e mischiato dall'alto vs il basso per "inglobare" aria.

a quel punto il gioco è fatto, tutto dentro la tortiera imburrata e infarinata e nel forno preriscaldato a 180 gr per 40 min ca.

stesso procedimento per il pds al ciocco con sostituzione di 50gr di cacao amaro al posto della fecola.

il risultato, una volta assemblato è stato più o meno questo



per il mmf al cioccolato ho usato una stupenda ricetta trovata qui

il ripieno invece era una crema di latte e una variante al cioccolato.

per il resto mi sono dimenata tra maniglie, occhielli e finiture in similpelle, pardon zucchero.

alla fine il risultato è una torta simpaticaccia, anche se non finisce qui, quella griffata sarà per la prossima volta!!



martedì 21 settembre 2010

Riso Venere, totani, cozze e croquenbouche salato di salmone marinato in salsa di soia di Giuseppe

Ingredienti per 4 persone:
Riso Nero Venere 4 tazze, 4 totani puliti, 400 gr. di cozze, 300 gr. di filetto di salmone fresco, salsa di soia, 4 fogli di pasta fillo, 1 spicchio d'aglio, 200 gr. di pomodori datterini, olio extravergine d'oliva q.b., sale q.b., pepe q.b., sale grosso q.b., prezzemolo q.b.

Sembra un piatto estremamente elaborato, ma in effetti non lo è.

Prepariamo i croquenbouche salati.

Anzitutto occorre tagliare il filetto di salmone a listelli lunghi ca. 15 cm. con un coltello molto affilato e metterli a marinare in salsa di soia (se trovate quella a basso contenuto di sale è meglio) per circa 10 minuti.

Poi, dopo aver steso due fogli di pasta fillo (che si compra già pronta da stendere fresca o surgelata) sovrapposti su un canovaccio bagnato, disponetevi sopra i listelli di salmone ben sgocciolati ed asciugati dalla salsa di soia, poi aiutandovi con le mani ed un coltellino, richiudete attorno a ciascun listello la pasta fillo di modo da formare una sorta di grissino ripieno. Per chiudere questo involucro potete spennellare con rosso d'uovo i bordi. Una volta chiusi tutti i crocenbouche, spennellateli leggermente con un olio extravergine e cospargeteli con qualche granello di sale grosso e pepe.  Infornate a 180 gradi per 10 minuti facendo molta molta attenzione a controllare la pasta fillo (che possiede l'inquietante caratteristica di bruciarsi in un attimo). Se non avete trovato la pasta fillo già fatta, potete ripetere la stessa identica ricetta con la pasta sfoglia, anche se il risultato sarà ovviamente meno...croccante.

OPPURE POTETE SEMPRE FARVI LA PASTA FILLO DA SOLI CON QUESTA PREGEVOLE RICETTA.

Veniamo al riso. Poichè il riso venere impiega circa un'ora a cuocersi, vi suggerisco di portarvi avanti bollendolo per circa tre quarti del tempo, scolandolo e conservandolo in una ciotola per saltarlo in padella alla fine. Non scuocerà. In alternativa ci sono in commercio bustine sottovuoto di riso venere (ad esempio marca "Gallo") precotto da saltare in padella per 5 minuti.

Qualsiasi sia il tipo di riso venere che avete deciso di utilizzare....Soffriggiamo l'aglio in una padella con abbondante olio extravergine fino a doratura. Togliamo l'aglio dalla padella, ed aggiungiamo i totani tagliati in piccoli pezzi. Lasciamo sfrigolare 2/3 di minuti ed aggiungiamo i pomodorini datterini tagliati a piccoli cubetti. Attendiamo 3-4 minuti controllando bene (lavorando di fiamma & spatola) che nulla si bruci.

Successivamente regoliamo il fuoco ed aggiungiamo le cozze (che avevamo già bollito sino ad apertura del mollusco e privato del guscio) assieme ad 80 ml della loro acqua di cottura.  Ora buttiamo il riso venere pre-bollito e mantechiamo il tutto per 5-7 minuti sino a cottura ultimata o comunque sino a quando l'acqua delle cozze non si sia assorbita.  Regoliamo di sale e pepe (attenzione: ricordatevi sempre di assaggiare quello che cucinate, nulla si deve fare ad occhio, la cucina è una scienza esatta) e spegniamo il fuoco.

Disponiamo sul piatto, aggiungiamo un filo d'olio a crudo e prezzemolo fresco tritato finemente e guarniamo con fettine di pomodoro datterino e un ciuffo di prezzemolo.

Ora disponiamo sul piatto due o tre crocenbouche al salmone (preferibilmente tiepidi di forno) e... il piatto è pronto.

giovedì 16 settembre 2010

Maltagliati alla Carlofortina di Giuseppe



Ingredienti per 4 persone: Maltagliati freschi 400 gr., Pomodori datterini/pachino 200 gr., Bottarga di muggine in polvere o tagliata a listelle q.b., vongole veraci 500 gr., pinoli 30 gr., prezzemolo q.b., olio extravergine q.b., aglio.

Soffriggere l'aglio in padella sino a farlo imbiondire, poi eliminarlo ed aggiungervi i pomodori pachino tagliati a spicchi. Dopo 5 minuti aggiungere le vongole (che avrete lasciato precedentemente a pulire in una bacinella d'acqua per almeno 3 ore e successivamente lavato con accuratezza) sino a che queste non si apriranno per il calore sprigionato dalla padella (se non si aprono significa che non sono fresche, quindi buttatele! attenzione, ce n'è sempre qualcuna che non si apre, questo non significa nulla. Ma se non se ne apre pressochè nessuna, è un brutto segno.). Dopo l'apertura delle volgole attendere 3 minuti, aggiustate di sale (attenzione: le vongole, aprendosi, rilasciano acqua di mare) aggiungere i pinoli, la pasta che avrete appena scolato a circa 3/4 di cottura, e metà del prezzemolo. Mantecare per ca. 3 minuti facendo attenzione allo stato di cottura della pasta. Disporre sul piatto da portata e spolverizzare con bottarga di muggine (o -meglio ancora- scaglie di bottarga di muggine tagliate con l'affettatartufo), prezzemolo fresco, un filo olio extravergine.

QUICHE ROMANA di Giuseppe

La Quiche Romana è una variante di mia invenzione caratterizzata dalle tipiche zucchine romanesche. Può essere utilizzata come piatto unico oppure, magari tagliata in eleganti quadretti, come aperitivo, finger food oppure snack volante.

Anzitutto occorre preparare la Pasta Brisè. Potete ovviamente comparla in qualsiasi supermercato già stesa e pronta oppure potete farvela da soli.

Per fare la PASTA BRISE' per 4 persone occorrono:

-200 grammi di farina

-100 grammi di burro

-70 ml di acqua ghiacciata

- sale q.b.

PREPARAZIONE DELLA PASTA BRISE'

Mettete nel frullatore la farina, il burro a pezzi freddo di frigo, un pizzico di sale e frullare il tutto fino ad ottenere un composto dall'aspetto sabbioso e farinoso.

A questo punto, disponete il composto ottenuto su una superficie di metallo, vetro o marmo (basta che sia fredda) nella classica forma a fontana ed impastate il tutto velocemente aggiungendo poco alla volta l'acqua fredda fino ad ottenere un impasto compatto, sodo ed abbastanza elastico.
Una volta pronta, avvolgete la vostra pasta brisè in un foglio di pellicola da cucina (6) e lasciatela riposare in frigo per almeno 40 minuti.
Passati i 40 minuti la pasta brisè sarà pronta per essere utilizzata.

PREPARAZIONE DELLA QUICHE ROMANA

Dopo aver foderato con burro o cartaforno una pirofila in pirex da 24 cm oppure una teglia rettangolare da forno, disponetevi sopra la pasta brise' avendo cura di fare in modo che i contorni restino ben rialzati.

All'interno disponete:

1) zucchine romanesce tagliate a rondelle che avrete precedentemente sbollentato e ripassato in padella con olio extravergine, cipolla e cubetti di pancetta.

2) Due uova sbattute

3) Sale e pepe q.b.

Chiudete il tutto, componete una torta, spennellatela nella parte superiore con parte delle uova che avrete sbattuto per fare il ripieno, e riponete in forno nel ripiano medio/basso a 180 gradi per 40 minuti controllando molto bene la cottura (è facile che -a seconda del tipo di forno- la torta venga cotta troppo sopra e poco sotto).

martedì 3 agosto 2010

La mia prima tre piani...LEONE!! di Valeria

beh, che ve ne pare?? un capolavoro direi...hehehe

certo certo che le magagne ci sono e si vedono pure, ma per essere la mia seconda volta con una torta e la mia prima con una torta a tre piani direi con una certa indulgenza...che brava! :-)))

se poi mettiamo che era il compleanno del mio bimbo Leone e che la sua festa esigeva una torta speciale direi che l'occasione era d'oro per fare le cose in grande.

prima un pds al cioccolato ho pensato, poi però le persone cominciavano ad aumentare e quindi ho optato per il secondo piano (un pds classico piccolo mi sono detta) poi però, nonostante era il 16 luglio e c'era anche un certo caldo, le persone continuavano a confermare la loro presenza e da due a tre piani è stato un attimo!

bene bene, a questo punto non restava che sfoderare una certa dose di coraggio e riprendere nozioni varie trovate nella blogosfera, prima tra tutte quelle sul "come fare una torta a tre piani" e per questo devo dire che ho trovato un pozzo di idee e consigli dentro il forum di cookaround.

per il resto posso dirvi che 'è molto piacuta, la torta alla fine era un pds classico ripieno di cioccolato e granella di nocciole per il primo e terzo piano, mentre un pan di spagna supercioccolatoso con ripieno di crema di latte per il secondo piano.

nel complesso un figurone, peccato solo per la mano del leone che si è staccata proprio appena ho poggiato la torta sul tavolo...eh vabbè succede anche nelle migliori famiglie!

martedì 4 maggio 2010

Torta sposi di Valeria - ringraziamenti




E' stata una lunga riflessione, pian piano maturata col tempo, che si è materializzata con queste fattezze: bianca come la sposa (e lo sposo) e un pò marina visto che i due hanno deciso di sposarsi alle Seychelles in barba a parenti e amici e senza invitare nessuno.

Fossero amici e conoscenti a dirti che non sei invitata capirei, ma se a dirtelo è la tua sorellona un pò fa strano, anche se il dispiacere è durato proprio poco, giusto il tempo di pensare a quale regalo un pò speciale potresti fargli... ma certo! una torta di quelle superfantastiche che da un certo tempo vedo in giro per blog, tutte decorate e personalizzate.

e allora decido: mi butto al debutto e per la mia prima torta scelgo un tema facile...wedding cake con topper in pdz che ritrae gli sposi!!

A questo punto però, prima di narrarvi le mie fatiche, voglio ringraziare tutte le persone (reali e virtuali) che mi hanno aiutato in questa vicenda.

il primo e più bellissimo ringraziamento va al mio splendido marito Giuseppe: grazie amore mio questo risultato è anche merito tuo, che mi hai sopportato e supportato step by step, non ultimo aprendo questo blog perchè potessi condividere col web questa impresa! Ti amo tanto!!

vorrei poi ringraziare tutte le persone che inconsapevolmente mi hanno aperto un mondo (quello dei foodblogger) e svelato tanti trucchetti senza i quali sarei incappata sicuramente in qualche intoppo  :-)), tra le tante, tuki, che con il suo blog profumato di zucchero mi ha "iniziato" alle gioie della pasticceria, marjlet, fatina dalle mani d'oro che sforna cose così belle che è un peccato mangiare, morena e sarachan che con le loro ricette dettagliatissime mi hanno dato il coraggio di provare.

grazie ragazze a tutte voi.

ma torniamo allle nostre fatiche, dicevamo, quali ingredienti magici potevo mettere insieme per fare scena? beh, se non proprio fantastica che almeno fosse buona e bella mi son detta e allora non ho voluto correre nessun rischio (o quasi..) scegliendo una versione modificata della mimosa, pan di spagna, ripieno di fragole e panna.

a questo punto comunque si imponeva la scelta: pds compatto e basso o alto e vaporoso? e poi ripieno panna zuccherata o no? copertura per la pdz con crema di burro o panna a sua volta? ... diciamo che ho optato per una base compatta, la ricetta è qui, una bagna delicata alla vaniglia e una copertura di panna (della serie: una cosa alla volta...heheh)

poi ovviamente copertura in pdz (o meglio MMF) rigorosamente bianca, fatta come vuole la blogosfera con 150g di Mashmallow e 330 di zucchero a velo, riuscita al primo colpo anche se di zucchero ce n'è voluto un po di + e per un attimo ho immaginato di rimanere per sempre ad impastare una massa informe di zucchero che si attaccava ovunque!

ma alla fine è andata bene e devo dire che la parte piu divertente è stata quella della creazione dei peersonaggi, non mi divertivo così da quando giocavo col das all'asilo!!

questo il risultato:

ficata no?

V.

martedì 27 aprile 2010

ROTOLO FREDDO DI TONNO di Giuseppe

CHE COS'E'?

Voglio segnalarvi questa ricetta che può essere realizzata sia con pesce fresco che con pesce in scatola perchè è un utile asso nella manica per togliersi di torno un pasto "non troppo importante" senza impegnarsi ai fornelli.

Il Rotolo Freddo di Tonno, in effetti, è un vero e proprio jolly che può risolvere un pranzo (come pre-antipasto, come antipasto oppure come secondo) ma anche una merenda o un aperitivo perchè può fungere sia da snack/finger food che da vera e propria pietanza.

Inoltre il Rotolo è super-semplice da preparare, gli ingredienti sono quelli che normalmente si trovano in qualsiasi casa e, per la sua consistenza e forma, si presta molto bene ad essere guarnito e presentato sul piatto in maniera divertente.

Personalmente, data la mia idiosincrasia verso tutto quello che proviene da una scatola, preferisco utilizzare una o due rondelle di rotolo di tonno come "guarnizione sul piatto"  per un antipasto più ricco o per un secondo piatto più elaborato, sostituendo il tonno in scatola con tonno fresco rosso bollito o con salmone fresco bollito. (Se decidete di utilizzare pesce fresco, questo deve essere bollito per 4/5 minuti ed ovviamente sfilettato e spinato prima di iniziare a lavorare).

INGREDIENTI

-320 grammi di tonno in scatola alta qualità sgocciolato
-3 uova
-3 cucchiai abbondanti di parmigiano reggiano
-3 cucchiai abbondati di pan grattato
-noce moscata q.b.
-sale q.b.
-pepe nero q.b.

-origano q.b. (se piace)

-qualche piccolo cappero sotto sale (se piace)

TEMPO

ca. 20 MINUTI PIU' 40 MINUTI DI COTTURA E 4 ORE IN FRIGO

PREPARAZIONE

Sgocciolate accuratamente tre scatolette da 160 grammi di tonno alta qualità. Dovreste così ottenere 320 grammi "netti" di tonno. Ponete il tonno in un robot da cucina e frullatelo aggiungendo gradualmente le 3 uova sino a ottenere una consistenza cremosa ed omogenea. Togliete il tonno dal robot e mettetelo in una ciotola abbastanza grande. Mescolando con un cucchiaio di legno, incorporate tutti gli altri ingredienti della ricetta. Al termine dovreste ottenere un impasto di media consistenza, non troppo duro ma nemmeno tendente al liquido. Arrotolate detto impasto in un foglio di alluminio fino ad ottenere un "rotolo". Ripiegate il foglio di alluminio ai lati sino ad ottenere una "caramella" ben chiusa. Mettete il rotolo di tonno racchiuso nell'alluminio a cuocere in una teglia con abbondante acqua bollente per 40 minuti circa. Al termine, lasciate raffreddare il rotolo, estraetelo dall'acqua, liberatelo dalla stagnola e ponetelo in una "caramella" identica ma questa volta di cellophane. Mettete il rotolo di tonno in frigorifero per 4 ore (meglio se una notte intera). Al termine, il rotolo è pronto per essere affettato (fette spesse circa 1-2 centimetri) e consumato con una o più delle seguenti possibili guarnizioni: 1) rondelle di uovo sodo, 2) cetriolini, 3) maionese (fatta in casa, mi raccomando), 4) salsa composta da abbondante olio extravergine, sale, mezzo spicchio d'aglio ed un ciuffo di prezzemolo pestati nel mortaio.

CONSIGLI
Non tentate di tagliare il rotolo di tonno senza averlo passato almeno 4 ore in frigorifero: vi si sbriciolerebbe in maniera irreparabile.